A colleghi e pazienti : riflettere insieme fa bene!
L’utilizzo dell’amalgama in conservativa e di svariate leghe metalliche a supporto di resina o di ceramica in protesi, rappresentano una pagina non solo recente della odontoiatria moderna, ma ancora oggi di grande attualità nella ampia panoramica merceologica che la tecnologia ci propone.
Senza nulla togliere alle qualità delle tecniche utilizzate fino ad oggi e soprattutto senza voler dare un giudizio definitivo su questa spinosa questione, vogliamo solo evidenziare come in tutto il mondo scientifico ed in quello della ricerca, ci sia stato uno sforzo importante, secondo noi non a caso, nella ricerca di nuovi materiali che potessero soddisfare l’ esigenza di ” inerzia strutturale” e di ” biocompatibilita’ “, concetti molto cari alla odontoiatria olistica che per prima ha messo al bando ogni utilizzo di metalli nel cavo orale.
Sono note a tutti le teorie sulla correlazione tra la presenza di metalli in bocca e la creazione di differenze di potenziale, che, usando la saliva come conduttore, permetterebbero la migrazione di ioni metallici nella direzione di una vera e propria corrente galvanica. Teorie che si avvalgono di innumerevoli ” osservazioni cliniche” molto interessanti, ma che forse ancora necessitano di ulteriori approfondimenti per creare una correlazione scientificamente provata. Ma quanti di noi hanno scoperto in prossimità del margine gengivale di una vecchia amalgama o sul bordo di una corona in metallo, la presenza di un tatuaggio di colore brunastro ? Credo proprio tutti ….!
Che ben vengano dunque compositi di nuova generazione, monoliti in disilicato di litio,” core “di zirconia eseguiti in CAD- CAM, impianti in ceramica e così via.
Con l’onesta’ intellettuale che ci deve contraddistinguere, ogni innovazione non deve rappresentare necessariamente la negazione di quanto fatto in passato, ma una seria apertura al diverso, soprattutto se nell ‘interesse della salute del paziente.
Dott.Riccardo Figlioli