È sempre più frequente, nei nostri studi odontoiatrici, imbattersi in pazienti sottoposti a terapie con una nuova categoria di farmaci, i bifosfonati, senza che essi stessi abbiano ricevuto una completa e corretta informazione relativa agli effetti collaterali.
Talvolta addirittura, ne viene omessa l’assunzione, durante la compilazione delle cartelle sanitarie, per dimenticanza o sottovalutazione.
Questa categoria di farmaci viene oggi somministrata da medici generici, ortopedici, oncologi, per curare svariate patologie che vanno da una banale forma di osteoporosi, alle metastasi ossee tumorali.
Gli effetti sul tessuto osseo sono legati ad una riduzione del rimodellamento e della sua vascolarizzazione; in sostanza questi composti si depositano e non vanno più via, rallentando i processi di guarigione delle ferite ed aumentando i rischi di superinfezioni batteriche.
Si può immaginare come questo possa riflettersi sulle scelte terapeutiche in odontoiatria, declassando gli impianti a terapia rischiosa e velleitaria, ma stimolando comunque tali pazienti a sottoporsi a programmi di prevenzione accurati, con follow up clinico e radiografico ben pianificato.
Occorre dunque usare non allarmismo, ma grande prudenza, sensibilizzando il paziente ad una più stretta collaborazione con e tra le varie figure specialistiche coinvolte, tre le quali
l’odontoiatra.
Riccardo e Federica Figlioli