L’ADA (American Dental Association) ha sempre diffuso in questi anni messaggi rassicuranti sull’utilizzo, ancora oggi, dell’amalgama d’argento in odontoiatria conservativa. ADA e US Food and Drug Administration la considerano assolutamente sicura per gli adulti, ma ne sconsigliano l’uso per le donne incinte e i bambini sotto i 6 anni (riconoscendone dunque implicitamente una probabile tossicità).
Nonostante siano sempre stati chiari gli effetti negativi del mercurio sulla salute, a lungo è stato dibattuto invece il modo con cui le otturazioni dentali possano influenzare i livelli di questo metallo nel corpo, anche perché gli studi eseguiti si sono dimostrati spesso limitati e inconcludenti.
Alcuni mesi fa due scienziati del University of Georgia’s College of Public Health, hanno condotto una ricerca su circa 15.000 individui (già una popolazione rappresentativa), dimostrando che pazienti con più di 8 otturazioni in amalgama presentavano livelli sierici di Mercurio superiori di circa il 150%, rispetto a chi non ne presentava nessuna. Ed in particolare l’ aumento del metilmercurio, il più tossico dei mercuri, ha paventato l’ipotesi che “un microbiota intestinale possa trasformare le diverse tipologie di metallo”.
Consideriamo dunque questo studio un punto di inizio per future valutazioni del rischio reale sull’utilizzo delle otturazioni metalliche. Ma nella pratica quotidiana dei nostri studi non dimentichiamo il protocollo consigliato durante la rimozione delle amalgame per non trasformare la loro sostituzione da beneficio in rischio.