Il bruxismo , negli ultimi anni, ha aumentato la sua incidenza nella popolazione mondiale in relazione al cambiamento degli stili di vita.
A favorirne la diffusione sono infatti anche i ritmi sempre più frenetici ed alcuni comportamenti a rischio, quali il fumo, gli alcolici o, come effetto secondario, l’uso di droghe tra i giovani.
Può manifestarsi con un classico digrignamento o, in forma più subdola, con il serramento ( clentching ), che si manifesta con una rigidità dei principali muscoli masticatori, fenomeno in progressiva crescita.
Conseguenze più evidenti del bruxismo, che un dentista deve riconoscere, sono una anomala usura dei denti, la presenza di fratture e scheggiature sia sui denti naturali che sui manufatti protesici e sulle otturazioni. Si accompagnano a questi sintomi alcuni difficoltà funzionali nei movimenti di apertura e chiusura dell bocca, indolenzimento dei muscoli masticatori e rumori ( click ) dell’articolazione temporo-mandibolare.
Sembra che tale sintomatologia sia da attribuire non a stimoli periferici, come le malocclusioni, ma piuttosto a cause centrali, come stress, ansia o senso di competizione nello sport.
Le migliori opzioni terapeutiche che lo studio odontoiatrico deve dunque suggerire sono un approccio cognitivo-comportamentale utile a favorire la consapevolezza del fenomeno ed il rispetto di uno stile di vita che elimini i fattori di rischio.
Al comparire del bruxismo severo è indicato, di notte, l’utilizzo di placche , i cosiddetti bite, che proteggono la dentatura ed inducono rilassamento muscolare.
Controindicate sono le placche fai-da-te, che acquistate in farmacia, possono accentuare il fenomeno .
Dott. Riccardo Figlioli
Dentista a Palermo